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Messaggio  elnagualxxx Lun Lug 28, 2008 4:30 pm

Ciao tutti,
è la prima volta che scrivo e complimenti per il forum
e per il sito! Vorrei fare una domanda, che per me
è giusto una curiosità, ma che per qualcuno che leggerà in futuro
potrebbe essere importante: c'è un limite d'età per iniziare a partecipare
a gare agonistiche dilettantistiche di kick,thai,sanda o altro? E per diventare professionisti?
Mi viene in mente "million dollar baby" con la protagonista che inizia
a gareggiare a 32 anni, o quella simpatica testa calda di M.Rourcke che iniziò
a 36 anni.... Nel mondo delle arti marziali , in Italia in partcolare, esistono
simili fenomeni? TX

elnagualxxx

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Messaggio  Sifu Maury Lun Lug 28, 2008 5:26 pm

Non solo nei film ma anche nella realtà!, "Randy Culture", è diventato campione dell'UFC (valetudo) a 40 anni.
Credo che non ci sia un limite, se gli incontri sono equilibrati, cioè: se io Ho 40 anni e ho una struttura fisica allenata e buona (senza grossi acciacchi) ed il mio avversario ha più o meno la mia età e lo stesso fisico, credo che non ci siano problemi.
Mentre le federazioni invece si fanno grossi problemi!, vogliono i giovani ed un atleta di di 35 anni ha già finito la sua cariera.
Poi dipende che sport fai, perchè i praticanti di Thay Boxe, la loro cariera agonistica la finiscono a 30 anni e anche meno!
KO
Qundi credo che se un atleta vuole confrontarsi sul quadrato in maniera dilettantistica, non ha problemi di età, ma per fare professionismo deve sottostare alle federazioni e dunque dopo i 35 anni sei fuori!.

Grazie di aver scritto, e benvenuto nel forum! Benvenuto!


Tu pratichi qualche arte marziale?

Ciao Maury lol!


Ultima modifica di Sifu Maury il Lun Ago 04, 2008 5:15 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  elnagualxxx Lun Lug 28, 2008 6:32 pm

Ho praticato kick...forse a settembre ricomincio
a praticare o mi do definitivamente al running "serio" ...ardua
scelta Rolling Eyes

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Messaggio  Sifu Maury Mar Lug 29, 2008 12:51 am

L'importante non diventare ciclisti! cecchino ce ne sono fin troppi per la strada Very Happy Wink

A parte gli scherzi, non credo tu debba abbandonare la Kick, se ti piace fare quello sport continua pure non ti scaccerà nessuno, poi per gli incontri se il tuo maestro vede che sei in gamba , forse riesce anche ad organizarti un incontro ad un buon livello.

Io, personalmente ho scelto la "via" dell'arte marziale, mettendo così da parte l'agonismo (sia chiaro per i miei ragazzi faccio anche quello) e riversando le mie poche energie (inteso come tempo) nella costruzione dell'arte personale.
Un arte marziale e profondamente diversa da uno sport agonistico, non c'è la foga( l'ossessione) di vincere, ma c'è un cammino introspettivo fisico e mentale e diciamo pure caratteriale.
Dominante é la ricerca del "IO" attraverso il combatimento, attraverso la lotta, attraverso le forme o kata, etc.etc., giungendo alla sperimentazione personale non solo fisica ma anche a quella energetica.

Scegliendo tra i vari stili di kung fu, karate, tae kwon do, etc. e perchè no, anche il nostro Dynamics Kung Fu si puo trovare la giusta armonia tra adrenalina del combattimento e pace interiore.

Poi se vuoi, "Correre" fa sempre bene! bounce

Ciao Maury lol!
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Messaggio  Strogg Mar Set 02, 2008 4:29 pm

che fa bene è tutto da vedere! correre sull'asfalto è una delle cose più deleterie per le ginocchia. mi raccomando, cerca di prediligere i parchi!!!!!!!
Strogg
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Messaggio  elnagualxxx Sab Set 06, 2008 11:51 pm

Bene fa bene nel senso che migliora la gittata cardiaca come poche cose
e quindi regola i vari parametri salutistici (glicemia,hdl,trigliceridi...).
Premesso che anch'io preferisco i parchi per una serie di benefici
ulteriori, quello che fa veramente male è il trinomio grasso+asfalto+tanti km...
cioè se un"80 kg x 1,65" fa 4 km in tranquillità in un parco rischia poco,
se si prepara per la maratona ciao... mentre un "55kgx1,65" non rischia
particolarmente più che un atleta di altro sport...

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Diventare agonisti Empty Allenamento alla resistenza

Messaggio  Hurricane Polymar Sab Set 27, 2008 3:53 pm

L’allenamento della resistenza è basato sulla possibilità di produrre, attraverso particolari stress fisici, alcuni adattamenti dei meccanismi dell’organismo umano volti alla produzione di energia metabolica. La molecola più utilizzata per la produzione di energia è l’ATP (adenosin trifosfato), ma esiste anche il GTP (guanosin trifosfato): in seguito al distacco di un fosfato dalle precedenti molecole, con produzione di ADP (adenosin difosfato) o GDP (guanosin difosfato) a seconda dei casi, si riesce a ottenere energia.

Vediamo ora quali sono i meccanismi attraverso cui si può ottenere questo effetto: sono in tutto tre, di cui uno aerobico e due anaerobici, l’anaerobico lattacido e l’anaerobico alattacido. Il primo, come suggerisce la stessa parola "aerobico", necessita per la produzione di energia il consumo di ossigeno, mentre gli altri due non si servono di ossigeno per la produzione di energia. Nel meccanismo anaerobico lattacido, oltre alla produzione di energia, si finisce per produrre anche del lattato (o acido lattico) al livello del distretto muscolare che si contrae, il quale, sebbene possa influenzare minimamente in modo positivo la capacità di resistere alla sforzo, lo influenza, sotto altri aspetti, molto più grandemente in modo negativo1. L’anaerobico alattacido, infine, non implica la produzione di lattato, ma la produzione di un metabolita non tossico ma inutile: la creatinina.

Vediamo ora, più in dettaglio, in che cosa consistono questi meccanismi. Il meccanismo aerobico non è altro che una reazione di combustione in cui il combustibile è l’idrogeno e il comburente è l’ossigeno. L’ossigeno si estrae dall’aria circostante attraverso la respirazione polmonare (poi, via sangue, raggiunge il distretto in cui è necessario per la produzione di energia). L’idrogeno invece si estrae dagli alimenti, i quali, per definizione, sono costituiti da carboidrati (anche detti zuccheri o glucidi), da grassi (o lipidi) e da proteine (o protidi). Ora, per quanto riguarda le proteine, queste collaborano, in condizioni fisiologiche, solo in minima parte alla fornitura di idrogeno per la produzione di energia metabolica. In gran parte, vengono utilizzate per questo scopo esclusivamente quando mancano le altre due fonti.

Per quel che riguarda i carboidrati, l’unico zucchero da cui si può trarre l’idrogeno è il glucoso, uno zucchero semplice, il quale o si trova a circolare nel sangue o si trova all’interno dei muscoli e del fegato sottoforma di glicogeno, una riserva di glucoso che viene mobilizzata in caso di occorrenza (il glicogeno che si trova in sede epatica si scinde in glucoso che viene rilasciato in circolo in circolo in modo da permettergli di raggiungere il distretto in cui necessita. Il muscolo invece lo utilizza esclusivamente per se stesso nel caso in cui gli fosse necessario). Tutti gli altri zuccheri, prima di poter essere utilizzati per la produzione di energia devono necessariamente essere prima trasformati in glucoso. Dal glucoso, attraverso una complessa sequenza di reazioni chimiche chiamata glicolisi, si ricava una struttura chimica il cui nome è piruvato (o acido piruvico). Dal glicogeno, attraverso un altro processo chimico noto come glicogenolisi, si riesce a ricavare una molecola detta glucoso-6-fosfato, che è un prodotto intermedio della glicolisi. Dal glucoso-6-fosfato, poi, si ricava il piruvato seguendo lo stesso processo della glicolisi. A questo punto, il piruvato viene utilizzato per la produzione di un’altra molecola, nota come acetilCoA (acetil coenzima A), che prende parte ad un’altra complessa serie di reazioni chimiche nota come ciclo dell’acido citrico o ciclo di Krebs, il cui obbiettivo finale è, appunto, quello di produrre l’energia metabolica.

Vediamo ora come si estrae l’idrogeno dai lipidi: i lipidi seguono una via differente rispetto a quella dei glucidi. Questa via, nonché un’altra sequenza di reazioni chimiche, è detta b-ossidazione (beta ossidazione). I lipidi da cui si ricava energia sono i trigliceridi (o triacilgliceroli). Dalla b-ossidazione si ricava direttamente l’acetilCoA, che può entrare nel ciclo dell’acido citrico. Ma in che cosa consiste il ciclo di Krebs? Il ciclo di Krebs è una sequenza di reazioni chimiche che ha come scopo quello di produrre una combustione controllata (se infatti il processo di combustione non fosse controllato, l’energia che si verrebbe a produrre sarebbe tale da danneggiare la cellula entro cui la reazione avviene): l’idrogeno, il combustibile, viene ceduto, via via, ad accettori sempre più affini sino a raggiungere l’ossigeno, il comburente. In particolare spicca il ruolo di alcune molecole trasportatrici di idrogeno: NAD (nicotinamide adenin dinucleotide) e FAD (flavin adenin dinucleotide). Una volta che l’idrogeno raggiunge l’ossigeno, la reazione di combustione può avvenire. Oltre all’energia metabolica si producono, per ogni ciclo, anche una molecola di anidride carbonica (CO2) e una molecola di acqua (H2O).

Parliamo ora del meccanismo anaerobico lattacido. Questo si attiva qualora non fosse disponibile una quantità di ossigeno tale da permettere a tutto l’idrogeno presente sui trasportatori di essere scaricato. In questo caso si accumulano NADH e FADH2, ovvero NAD e FAD nella loro forma ridotta, con l’idrogeno legato, cosa questa che blocca la glicolisi, il ciclo di Krebs e la b-ossidazione. E’ una situazione che si può verificare per diversi motivi, ma, sostanzialmente, parlando di una condizione fisiologica, si verifica quando si richiede al muscolo uno sforzo troppo intenso e prolungato perché il meccanismo aerobico riesca a provvedere una quantità di ossigeno sufficiente.

E’ qui che entra in gioco il concetto di Soglia anaerobica: la Soglia anaerobica è quell’intensità di lavoro a cui si produce e si accumula una quantità di lattato tale che al livello ematico raggiunga la quantità di 4mM durante prove di intensità progressivamente crescente. E’ quando l’intensità di lavoro raggiunge la Soglia anaerobica che si attiva pienamente il meccanismo anaerobico lattacido.

Il meccanismo anaerobico lattacido consiste di un’unica reazione che vede la trasformazione del piruvato in lattato con conseguente riformazione di NAD. In altre parole si scarica l’idrogeno sullo stesso prodotto della glicolisi, l’acido piruvico, che diviene acido lattico. Il NAD che si ottiene viene nuovamente impiegato per far funzionare i suddetti meccanismi. Ora, il lattato, come già detto, è una molecola che non fa comodo all’atleta. Questa deve, in qualche modo, essere smaltita. Esiste un meccanismo apposito per lo smaltimento del lattato detto ciclo muscolo-fegato di Cori: il lattato prodotto all’interno del muscolo viene liberato lentamente in circolo, raggiunge il fegato via sangue e in questa sede viene nuovamente trasformato in piruvato con una reazione inversa rispetto a quella avvenuta nel muscolo. L’enzima2 che catalizza questa reazione è lo stesso, ovvero la LDH (lattatodeidrogenasi). L’acido piruvico prodotto a livello epatico viene utilizzato dal fegato per altre reazioni.

Infine il meccanismo anaerobico alattacido. Questo meccanismo si serve di una molecola detta fosfocreatina. Il meccanismo funziona distaccando un fosfato dalla fosfocreatina, che si degrada spontaneamente in creatinina, e cedendolo all’ADP. Questa, quindi, diviene ATP. Al termine del lavoro occorre rifosforilare la creatina, cosa che avviene a spese di un'altra molecola di ATP in condizioni di riposo, o, comunque, di aerobiosi. In questo modo si sarà nuovamente pronti per affrontare uno sforzo ricorrendo al meccanismo anaerobico alattacido.

Ciao Wink
Hurricane Polymar
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Messaggio  elnagualxxx Mar Set 30, 2008 12:46 pm

ma che c'entra col topic? e perchè non hai semplicemente
linkato l'articolo
http://www.my-personaltrainer.it/arti-marziali/resistenza-artimarziali.html
volevi far credere che era farina del tuo sacco? No sparare
basta leggere gli altri tuoi messaggi per capire che non scrivi così bene Twisted Evil

elnagualxxx

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Messaggio  Hurricane Polymar Mar Set 30, 2008 6:18 pm

Scusate ho sbagliato a postare, volevo rispondere a un PM, invece e finito qui! Ma..NO!
Comunque non lo avevo copiato da quel sito, ma me lo aveva mandato per posta un mio amico Siciliano......hora ho scoperto che non era farina del suo sacco ...hehehehhe Laughing Very Happy confused Infuriato
Poi vorrei capire come fai a dire:
basta leggere gli altri tuoi messaggi
se con questo è il quarto messaggio che scrivo!! ???
ciao
Hurricane Polymar
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Messaggio  elnagualxxx Mar Set 30, 2008 6:46 pm

Già a colpo d'occhio si nota nell'articolo la divisione
in paragrafi , l'andare a capo con precisione ecc.ecc,
tutte cose di chi scrive per mestiere. Poi la punteggiatura:
tu fai (come me e come la maggior parte delle persone abituate
a sms & company) un uso smodato dei tre punti.... :-) Inoltre hai
fatto un errore di grammatica evidente in un altro post :
hai scritto "sè" quando dovevi scrivere "se" , o nel messaggio
sopra hai scritto "hora" invece che "ora"... per carità cose
da poco soprattutto per chi scrive velocemente e senza rileggere,
ma incompatibili con quell'articolo ( in altre parole se sono
così meticoloso e forbito in un post enorme , è possibile
che non curo dei messaggi piccoli?).

elnagualxxx

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